“America latina. I diritti negati”. Colombia: il coraggio di Francisco
di Tini Codazzi
Francisco Javier Vera è un ragazzino colombiano. Ha 11 anni ed è attivista ambientale. Il cuginetto latino-americano di Greta Thumberg. Nella sua pagina Facebook si può leggere il suo CV a favore della difesa dell’ambiente. È il fondatore del Movimento ambientale “Guardianes por la vida”, formato in gran parte da bambini e fa anche parte del Movimento Fridays For Future in Colombia e della piattaforma Citizen Climate Lobby, capitolo Colombia. Nel 2019 ha fatto un intervento nella sede del Senato della Repubblica di Colombia sottolineando alcuni aspetti importanti della lotta per il benessere ambientale del pianeta: no al fracking (per maggiori informazioni sulla fratturazione idraulica o fracking: https://www.lifegate.it/fracking-fratturazione-idraulica), no alla plastica usa e getta, no al maltrattamento degli animali e no agli esperimenti sugli animali. Insomma, tanta roba per un bambino di undici anni.
Lo scorso 13 gennaio era pronto per tornare a scuola in DAD, come quasi tutti i bambini in questo momento; essendo molto attivo sui Social Network con tutti i suoi account gestiti dai suoi genitori, ha voluto pubblicare attraverso la sua pagina di Twitter un messaggio chiedendo al presidente della repubblica Ivan Duque più copertura di internet, soprattutto nelle provincie lontane dalle grandi città per poter offrire a tutti i bambini, anche nei luoghi più remoti del paese, la possibilità di assistere alle lezioni a distanza. Ebbene, un giorno dopo è stato minacciato di morte. Ha ricevuto un messaggio da un account ormai oscurato da Twitter, un tweet senza senso e totalmente gratuito che diceva così (traduco le esatte parole del messaggio): “Che voglia che ho di scorticare questo figlio di…. Ho molta voglia di ascoltarlo mentre gli taglio le dita per vedere se continuerà a parlare di ambientalismo e dignità”. Sono rimasta senza parole, leggevo e rileggevo il tweet di quella bestia senza capire il perché di questo atto, di questa risposta smisurata e fuori di testa a delle parole nate da una testa in evoluzione, come lo è quella di un ragazzino di 11 anni. Per fortuna, subito sono arrivati messaggi di solidarietà verso la famiglia, la risposta immediata del Network, si sono attivati giornalisti e politici per denunciare la questione, le forze dell’ordine hanno preso in mano la situazione e addirittura hanno pubblicato un video offrendo una ricompensa a chi sappia qualcosa sull’identità di questa persona. Ovviamente l’account era sotto un nome falso, firmato, ahimè, @BelboCodazzi. (che nefasta e disgraziata coincidenza).
Anche Greta era stata minacciata ai tempi dei suoi interventi a Bruxelles e a New York. Le persone che si nascondono dietro un falso nome e dietro lo schermo per comunicare con parole offensive, se così si può definire, minacciando le persone sono dei codardi per natura, se poi lo fanno verso i minorenni, qualunque sia l’origine e la ragione, sono degli esseri vili, vigliacchi, ipocriti, ignoranti e senza cuore; se poi lo si fa dopo che questi ragazzini attirano l’attenzione dell’opinione pubblica su aspetti sociali, sull’istruzione, sull’ambiente o aspetti un cui loro credono… beh, allora non c’è rispetto per nessuno.
I minorenni non si toccano, nemmeno attraverso lo schermo. Un bambino ha tutto il diritto di dire quello che pensa sul mondo in cui vive, di chiamare l’attenzione di noi adulti, di svegliare una scintilla nei loro coetanei. Non vedo niente di male, anzi, il futuro è loro e quindi mi sembra logico e ragionevole che siano loro stessi a parlare, a fare manifestazioni, a farsi domande e a pretendere delle risposte.
Greta, Francisco e tutti i bambini che vogliono lottare per il loro futuro hanno il diritto di farlo e noi adulti dobbiamo ascoltarli con molta attenzione e aiutarli a farlo. Penso che sia un nostro dovere. Per questo vorrei inviare tutto il mio appoggio a Francisco. Vi invito a seguirlo, imparerete tante cose sulla natura colombiana e sulle sue attività.
Twitter: @franciscoactiv2
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