“Art(e)Attualità”. A Madrid la prima retrospettiva estera dell’artista tedesco André Butzer
di Alessandra Montesanto
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E’ la prima retrospettiva all’estero dedicata ad André Butzer dal titolo che riporta il nome dello stesso artista, esposta fino al 10 settembre 2023 al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, in occasione del 50mo anniversario del pittore.
L’esposizione comprende 22 opere realizzate tra il 1999 e il 2022.
La convinzione di Butzer è quella che “i dipinti siano luoghi della più grande disperazione e della più grande speranza”, soprattutto in un’epoca difficile come quella contemporanea, e quindi “più vicini alla gioia e all’aiuto di cui abbiamo tanto bisogno” (dal catalogo).
Alcune opere sono molto colorate, presentano un tratto volutamente infantile e con rimandi alle fiabe; altre sono in bianco e nero o in sfumature di grigio; tutte molto materiche, pastose: sembra quasi, a volte, che il segno esca dalla tela e vada incontro ai visitatori, coinvolgendoli nella serenità inconsapevole dei bambini o nella paura e nella violenza degli adulti.
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Classe 1973, nato a Stoccarda, André Butzer predilige la figura umana, ma spesso questa è deformata, infantilizzata,, decostruita: gli occhi grandi e vuoti ricordano alcuni personaggi di Walt Disney, altri rimandano ai ritratti degli Espressionisti e questo mostra la vasta cultura iconografica del pittore che spazia dall’Arte classica a quella moderna-contemporanea, per passare dalla Comunicazione anche postmoderna, come si evince dall’uso psichedelico delle tinte.
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Nella serie intitolata semplicemente “N” e iniziata nel 2010, l’artista si riferisce alla Nasa e si discosta dall’uso dei colori squillanti, più felici e divertenti, per raccogliersi – e far raccogliere gli spettatori – in una riflessione più drammatica sul Presente, spegnendo i quadri e segnando lo spazio più scuro e malinconico con linee chiare, bianche, nette oppure con linee e volti turbati, schiacciati, “mossi” come le emozioni più recondite e sepolte nell’animo umano. La riflessione, però, riguarda anche l’origine dell’opera d’arte: Nasa è l’acronimo dell’organizzazione americana per la navigazione spaziale e, grazie al pensiero concettuale di Butzman, diventa quel non-luogo, quel cosmo primordiale da cui nasce la creatività e la successiva riflessione artistica, con il lavoro concreto.
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La luce è importante, così come la relazione con chi osserva: bisogna entrare nel quadro, sorridere oppure preoccuparsi. Il quadro finisce per crearsi proprio grazie al rapporto con chi è davanti e si viene a creare, così, un gioco di specchi, un osmosi – che è poi il vero obiettivo di ogni opera culturale – che non può lasciare indifferenti.
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