Il CPR di Milano è un inferno
(Da #NOCPR)
E’ passata appena poco più di una settimana da quando abbiamo aperto la nostra rubrica social “Voci dal CPR” ed abbiamo raccolto già una valanga di episodi e fatto molte segnalazioni e denunce delle violazioni, le gravi carenze, i soprusi e i tentativi di suicidio (già almeno tre) che si sono registrati in questi giorni.
Ieri sera, la ripresa dei rimpatri dopo circa due settimane di blocco per isolamento (con imprigionati anche otto minori che lì proprio non potevano essere trattenuti) ha provocato un tentativo di suicidio e una grave protesta, sedata da un ingente numero di agenti di forze dell’ordine entrati nel centro in tenuta antisommossa.
La protesta pare abbia causato gravi danni alla struttura, che da indiscrezioni sarebbe ora in gran parte inagibile.
Lo scenario insomma è molto peggiore di quanto potessimo temere: un bando con costi al ribasso della Prefettura, ed una gestione spregiudicata che non garantisce neppure le dotazioni minime di cui all’appalto, con l’aggiunta dei frutti del trattato Italia -Tunisia che ha dato luogo ad una girandola di rimpatri a raffica (più di 200 dall’apertura di via Corelli) han dato luogo ad un centro che non è minimamente in grado di assolvere neppure il compito infame al quale sarebbe deputato.
Siamo sempre più convinti che il centro di via Corelli VADA CHIUSO IMMEDIATAMENTE, costituendo una vergogna per la città e per la regione intera: anche quando funzionante, figurarsi quando si tramuta in una trappola per corpi, vite e diritti violati.
Teniamo particolarmente alla condivisione delle notizie che riusciamo a veicolare all’esterno, considerato che chi è recluso si è visto sequestrarsi i telefonini all’ingresso e non ha in dotazione neppure i telefoni che per legge dovrebbero avere a disposizione: vi invitiamo alla lettura dei link qui sotto e alla loro condivisione, per poter essere voi, con noi, la loro voce.
Sono giorni in continua evoluzione, continueremo con i nostri aggiornamenti e vi invitiamo, per ricevere notizie tempestive, a seguire i nostri social.
È ormai confermato. Nel CPR di Milano si trovano anche alcuni minori, almeno due, da più di due settimane. Ovviamente tunisini.
Presi nel mucchio, trasportati appena scesi dalla nave quarantena insieme agli altri e rinchiusi in via Corelli, hanno segnalato la loro minore età ma non sono stati creduti.
Con Associazione Naga – Milano abbiamo segnalato la cosa ai garanti nazionale e comunale dei diritti delle persone private della libertà individuale e al garante per l’infanzia e gli accertamenti han confermato che hanno effettivamente meno di diciotto anni.
Per la legge i minori sono inespellibili quindi non vi é motivo che siano in un CPR e il loro trattenimento è assolutamente illegittimo.
Come segnalato nella lettera ai garanti, han trascorso oltre due settimane esposti al contagio Covid (c’erano almeno due positivi nel centro), tra le immondizie che riempiono i corridoi perché la gestione evidentemente intende risparmiare sulla ditta di pulizie, e senza poter avere contatti con l’esterno e quindi nominare un avvocato di fiducia, perché il loro cellulare é stato sequestrato e i telefoni fissi previsti per legge non ci sono.
In questo periodo di isolamento totale della struttura, neppure gli avvocati han potuto avere accesso, come segnalato in altra denuncia che stiamo seguendo e di cui vi diremo.
Ci auguriamo che questi due ragazzi vengano liberati al più presto e che di loro chi di dovere si prenda adeguata cura.
Milano e la Lombardia tutta possono tollerare una struttura che pratica la detenzione amministrativa con modalità di deportazione etnica veloce – “a porte girevoli”, come dice la Lamorgese – e gestita al ribasso dei costi e dei diritti umani?
UN TENTATIVO DI SUICIDIO – NE’ PSICOLOGI NE’ MEDIATORI – ANCORA SENZA TELEFONI