Una cena particolare

di Sabrina Minervini
Immagino le vostre perplessità leggendo questo titolo, sicuramente vi starete chiedendo: perché mai dovrebbe interessarci il cibo che ha mangiato? Non siamo un sito di recensioni, ma un’associazione che si occupa di diritti umani come del resto si percepisce dal suo stesso nome.
Infatti non vi voglio parlare di cibo ma del luogo in cui ho mangiato; vi racconterò della bellissima esperienza che ho avuto il piacere di fare al ristorante “In galera” che si trova all’interno del carcere di Bollate.
Quando mi sono recata al ristorante non sapevo cosa aspettarmi, un ragazzo ha accompagnato me e i miei zii, (sono andata con loro) all’interno del cortile dell’istituto penitenziario.
Ed eccolo lì, in fondo , dopo le celle e gli alloggi delle “guardie” spunta una piccola insegna “Ristorante in galera” quando sono entrata nel ristorante sono rimasta stupita non solo dalla bellezza del posto ma anche perché ho capito subito che si trattava di un ristorante molto chic con una cucina particolare.
Vi assicuro che mi sono venuti i brividi perché questa contraddizione tra l’essere all’interno di una struttura carceraria e l’essere in un ristorante gourmet mi ha sbalordito.
Mi è capitato di recarmi in altri posti dove si evince fin da subito il motivo per cui è nato il locale mettendo in evidenza la “malattia” anziché la persona.
Vi garantisco che non è il caso di questo ristorante, anzi se non fosse stato per il nome non mi è assolutamente sembrato di cenare in un carcere.
Io penso che con l’apertura di questo luogo si sia data l’opportunità a molte persone di riscattarsi e soprattutto di dimostrare che, dopo un lungo percorso interiore, le persone NON sono il reato commesso. Durante questa esperienza ho respirato l’essenza di umanità e la vera sospensione del giudizio perché ho visto delle persone molto volenterose che cucinavano molto bene e mi servivano trattandomi da regina.
E’ un’esperienza che consiglio di fare a tutti almeno una volta nella vita e dunque…Benvenuti in galera!