#FreeHandala, stop genocide

di Francesco Piobbichi
Il senso d’impotenza e l’impossibilità umana di cogliere l’intero pieno di dolore di un genocidio in atto, producono un vuoto enorme.
In ognuno di noi. Con questo limite, chi si è trovato a lottare contro la necropolitica dei governi europei in frontiera ha dovuto fare i conti per anni. Il genocidio del governo israeliano oggi rende questo limite un elemento di discussione politica.
Nessuno Stato Nazione ha avuto il coraggio di interromperlo mentre una parte enorme della popolazione globale sente i palestinesi come fratelli e sorelle e prova a fare quello che può. È commovente vedere gettare bottiglie con del riso in Mare sperando che arrivino sulle spiagge di Gaza, ed è ammirevole il coraggio delle navi umanitarie che si suicidano sbattendo contro l’esercito israeliano. Ho letto con interesse la proposta di creare una flotta di navi che moltiplicano tali gesti. Così come si è costituita una flotta per salvare la gente in mare dobbiamo prendere esempio e moltiplicare queste azioni.
È da qui, da questi gesti che si rigenera un nuovo umanesimo, fratellanza e sorellanza del sentire comune come un tempo fu l’internazionalismo degli oppressi. Riconoscere la nostra impotenza è il primo passo per affrontare con la forza della volontà il mondo grande e terribile. Un abbraccio ai partigiani ed alle partigiane della nave #Handala oggi sequestrati da un governo genocida.
Che 100 altre navi si organizzino, che sorga resistenza. Ovunque.





Non c’è più tempo è ora di agire