Rašid: i Rom non sono una festa a tema

di Filippo Cinquemani
Il protagonista dell’intervista di oggi l’ho scovato scrollando su Instagram, mi ha colpito sia per l’aspetto che per le sue parole. L’aspetto è quello di un artista, un marionettista, come suggerisce il suo Instagram: the gipsy marionettis. Nella storia parla di campi di concentramento rom; nel corso dell’intervista vedremo che cosa intende.
Il sentimento che sembra prevalere nel mio interlocutore è la rabbia. La rabbia di chi è discriminato e dimenticato da troppo tempo..
1. Presentati
Sono un attivista Rom e marionettista nato a Banja Luka nel 1989. Nel 92′ con la mia famiglia, in conseguenza alla guerra mi trasferisco a Berlino e l’anno successivo a Torino. La mia vita si svolge nei fantomatici campi per circa 10 anni . Esco dai campi grazie ad un’operazione di puro assistenzialismo da parte di una chiesa in quanto il padre è esule ed istruito, non è considerato, quindi, una minaccia.
La mia passione e lavoro sono le marionette che produco direttamente io. Mantengo me e la mia famiglia grazie agli spettacoli come marionettista che porto in giro.
2. Sei sempre stato orgoglioso di essere rom?
La mia famiglia è mista; mio padre è serbo cristiano ortodosso e di una casta rom chiamata galoperi; mia madre invece è bosniaca , musulmana e di una sotto casta rom chiamata khorakhané.
Sono molto legato ai miei genitori anche per tutto quello che abbiamo passato, il passaggio di idee, identità e orgoglio è avvenuto in maniera naturale.

3. Ci vuoi parlare dei campi di concentramento rom?
L’inserimento abitativo è un problema perché le famiglie rom sono composte da 120 persone circa. Si parla, quindi, di smembramento molto spesso.
I rom attualmente non sono riconosciuti come minoranza etnico linguistica quindi non si fanno progetti su misura. Quando vivi per anni in un campo sei solo una persona povera, ma il fatto di vivere lì non dice della tua identità rom. I campi, per intenderci, sono veri e propri ghetti.
Aggiungo che Rom in Italia solo 150 Mila circa e di queste 86% vive in casa, ma nella maggior parte dei casi si ha paura a dichiararsi parte della comunità. C’è un certo tipo di narrazione tra i media (vedi Scriscia o Lucio Corsi) che alimenta l’odio per i rom. I rom sono un tasto dolente anche per la sinistra progressista e nel mondo dell’attivismo. Anche se di recente al Pride di Torino abbiamo avuto modo di esprimerci liberamente riguardo ai campi.
4. Quali sono le principali richieste della comunità romaní?
1. Il riconoscimento come minoranza etnico-/linguistica con un organo di stampa nostro. Attualmente non ci viene data voce siamo strumento utile per la società basata sulla paura.
2. Una causa legale con esperti per modificare dizionari sull’etimologia della parola “zingaro” ovvero, schiavo usato per 500 anni nella compravendita dei rom nei principati danubiani. Nei nostri confronti c’è un lento genocidio di cui nessuno si prende cura e causa. Noi siamo il tema di una serata.

Dal Rašid 2021 mette in scena il suo impegno di attivista con lo spettacolo di Stand-up Comedy ” Rom VS Tutti ” , che con ferocia e ironia distrugge tutti gli stereotipi sulla cultura rom.
Qui sotto le date degli spettacoli in giro per l’Italia:
23/10 Milano
21/11 Genova
3/12 Torino
6/12 Pisa
12/12 Aosta




