In scena Danilo e il suo “Rumore bianco”

di Filippo Cinquemani
Lo scorso anno ho partecipato ad un corso di teatro inclusivo a Milano voluto dal Teatro Lupi e Deinòs Teatri Bologna. È stata veramente una bellissima esperienza, la mia prima da attore e mi ha permesso di fare nuove conoscenze. Uno dei referenti del progetto di teatro, Alberto Corba, conoscendo il mio impegno per le tematiche lgbtquia+ mi ha messo in contatto con un attore che sta portando in giro per l’Italia uno spettacolo sul tema della transfobia e omofobia. Lo spettacolo in questione s’intitola “Rumore Bianco” e ha come unico attore in scena Danilo Napoli.
Il monologo avrà luogo nell’ambito del Milano Fringe Off Festival dal 2 al 5 ottobre.
Facciamo, ora, qualche domanda al protagonista di “Rumore Bianco, Danilo Napoli.
Presentati:
Mi chiamo Danilo Napoli e sono un attore e autore teatrale salernitano. Ma, principalmente, sono un ragazzo con la testa perennemente tra le nuvole, che fantastica su nuove storie e su situazioni improbabili. Di me dicono che sono simpatico e polemico, ma dopo tre ore non ce la fanno a sopportare la quantità di stupidaggini che dico e l’ampio ventaglio di improperi che ho scagliato contro l’attuale governo. È proprio per questo che ho cominciato a fare questo lavoro: scrivere mi dà la possibilità di mettere su carta tutte le storie, le battute che mi circolano per la testa; recitare mi dà la possibilità di farle sentire agli altri e di essere liberamente polemico senza contraddittorio!
Chi sono gli attori e i registi che ti hanno ispirato?
Prima di cominciare a recitare (cioè prima dei 16 anni), non conoscevo il teatro, ma conoscevo il cinema. Mi piacevano Di Caprio, Tarantino, Jack Nihcolson, Al Pacino, De Niro e tutti gli attori americani più famosi. Poi ho scoperto il teatro e Eduardo De Filippo, e credo che sia la figura che mi rappresenti di più, attualmente: sono anch’io attore e autore, come lui. Anche a me piace girare l’Italia con i miei spettacoli e sogno di mettermi a capo di una numerosa compagnia, un giorno.
Cos’è per te il teatro?
Ogni volta che vedo un palco, vedo una possibilità. Una possibilità di raccontare qualcosa a qualcuno, una possibilità di trasferire le mie emozioni e le mie idee a una platea. Il teatro, per me, è un contenitore di storie. Proprio come la mia testa.
Come nasce questo spettacolo?
Ero a cena con mia madre e suo marito e li sentii parlare di una zia (di lui) che aveva lasciato un’eredità dopo la sua morte. Fin qui tutto bene. Poi, il marito di mia madre comincia a raccontarci la sua storia a grandi linee, narrando quel che ricordava: Ursula, donna transgender (da lui ricordata affettuosamente come “zio Antonio”), era scappata da Salerno a causa dell’omofobia e della transfobia della famiglia e della città. Era così andata a Genova, era stata costretta a prostituirsi per sopravvivere e aveva accumulato ricchezze. Quella storia mi folgorò. Volevo saperne di più, allora feci qualche ricerca e decisi di ispirarmi alle sue vicissitudini per scrivere questo monologo.
Cosa significa per te la storia rappresentata?
Da membro della comunità LGBTQ+ questa storia mi tocca nell’anima. È una storia di odio e di oppressione, ma anche di perdono.
Hai affrontato particolari difficoltà durante la preparazione?
Le difficoltà ci sono sempre e sono sacrosante. Senza, non avremmo evoluzione. Ma Yari Gugliucci è stato in grado di prendere queste difficoltà e trasformarle in opportunità. Non lo ringrazierò mai abbastanza per il lavoro registico che ha fatto su di me e sul testo.
Chi dovrebbe venire a vederti?
I direttori artistici di tutti i teatri d’Italia… No, a parte gli scherzi, “Rumore bianco” è uno spettacolo per tutti. Nel corso della stagione passata sono venuti a vedermi adulti, anziani, ma anche adolescenti. Ovviamente, i membri della comunità LGBTQ+ possono rivedersi maggiormente nel personaggio, ma spero che verrà anche qualche omofobo (magari ignaro dell’argomento trattato) e che uscirà dal teatro con qualcosa che gli si è mosso dentro.
Progetti per il futuro?
Beh, innanzitutto, a ottobre saremo al Fringe Milano Off 2025 e ho voglia di spaccare tutto. Poi, sempre a ottobre, debutto a Salerno con il mio nuovo spettacolo “Lo spettacolo è stato annullato (causa fine del mondo)”, a tema disastri climatici, con cui poi andrò a Catania per il Fringe Catania Off 2025. A novembre voleremo a Barcellona (sì, in Spagna, non in Sicilia) per portare “Rumore bianco”, e proseguiremo con tutte le 28 date (finora) della tournée. Sto anche lavorando come formatore e dovrei mettermi a scrivere uno spettacolo nuovo da proporre come novità per la stagione prossima, ma sto usando ogni scusa possibile per ritardare il momento in cui mi siederò davanti al pc e, come dice Stephen King, mi metterò a sanguinare.





This story deeply moved me. Its inspiring yet heartbreaking to see the struggles and resilience of someone facing discrimination. A powerful reminder of the importance of empathy and understanding.