Donne che affrontano il caos
di Tini Codazzi
Caracas, 2017. Kim, María José, Eva, Luisa e Olga, cinque donne coraggiose che ci raccontano le loro storie nel documentario “Femme du Chaos Vénézuéliene” della regista franco venezuelana Margarita Cadenas. 84 minuti di difficili e alquanto inverosimili racconti di vita immersi nella situazione politica e sociale del Venezuela. Kim è infermiera, lavora in un ospedale di Caracas e deve rapportarsi costantemente con la mancanza di medicine e forniture ospedaliere. María José è impiegata comunale, classe media e mamma di un bimbo di 4 anni e di un altro in arrivo. Eva è una ragazza madre, disoccupata, che lotta costantemente con la mancanza di cibo. Luisa è un ex poliziotta in pensione che ha un nipote ingiustamente in galera, e finalmente Olga, una giovane donna chavista di classe bassa che ha visto morire suo figlio dalle mani degli agenti di polizia bolivariana del governo. Un bel affresco sulle situazioni-simbolo più critiche, rappresentate da queste 5 donne: Kim è il simbolo della crisi nel settore della salute e della carenza di medicine. María José è il simbolo delle angosce che vivono le madri. Eva è il simbolo della mancanza di cibo. Luisa e Olga rappresentano i simboli delle violazioni dei diritti umani.
La crisi venezuelana è stato il tema principale di molti documentari e reportage che girano da mesi in internet e/o nelle TV di diversi paesi. Nessuno di loro mi aveva colpito così tanto come questo documentario. Ed è il modo in cui Margarita Cadenas racconta queste 5 tragedie al femminile. È un racconto pacato, in sottovoce, quasi sussurrato. I silenzi, i momenti di riflessione di queste donne e i loro racconti, le loro voci sono pieni di rumori assordanti. Le loro parole, i silenzi, le lacrime, i racconti e la disperazione sono bagnate da una dignità sorprendente. Sono delle urla nel silenzio assordante. Momenti che lasciano senza parole e lacrime agli occhi.
Il pubblico milanese avrà la possibilità di vedere il documentario il 16 dicembre alle 21.00 all’Anteo Palazzo del Cinema, nel marco del Festival Invideo, organizzato dall’A.I.A.C.E. di Milano, che quest’anno per mancanza di finanziamento e per la prima volta in 28 anni, Invideo non ci sarà nella sua solita manifestazione di 5-6 giorni, ma soltanto per un giorno, dove comunque saranno presenti le sue tre anime: la videoarte, le videoinstallazioni e appunto, il documentario. Invideo è sempre stato molto attento e sensibile a dare voce alle problematiche sociali e politiche nel mondo attraverso la videoarte, la sperimentazione e il cinema oltre e quest’anno dedicherà parte di questo prezioso spazio di riflessione al documentario di Cadenas e li ringraziamo tanto per questo.
Alcune cifre aggiornate
Un anno dopo la realizzazione di questo documentario, la situazione è la seguente:
- Il presidente della commissione di sviluppo sociale del parlamento, insieme alla rete Medici per la Salute ha informato che l’88% degli ospedali del paese presenta problemi di fornitura di medicine, il 53% delle sale operatorie non sono operative, il 79% degli ospedali non ha in magazzino materiale medico chirurgico per affrontare interventi, il 100% dei laboratori all’interno degli ospedali presentano problemi e/o funzionano ad intermittenza, il 96% delle cucine ospedaliere non funzionano. L’Organizzazione Human Right Watch nel suo ultimo report evidenzia una grave aumento di malattie infettive come difteria, malaria, tubercolosi e morbillo. l’Organizzazione Mondiale della Salute ci da alcuni numeri per la malaria (407.000 nel 2017) e la tubercolosi (7.800 nel 2016).
- Amnesty International dichiara che il numero di omicidi in Venezuela è superiore a quello di molti paesi in guerra. Secondo la ONG dal 2002 la quantità di omicidi ha aumentato in modo costante e dal 2010 la situazione è diventata critica, il tasso di omicidi è di 50 persone per 100.000 abitanti. Nel 2017 ci sono stati 89 omicidi per 100.000 abitanti. L’impunità raggiunge il 92% e il 98% di omicidi sono delle evidenti violazioni dei diritti umani.
- Cifre del governo dicono che la mancanza di alimenti è arrivata nel primo semestre del 2018 al 67%, nel 2017 ha avuto picchi del 80%. Il portale economico Banca y Negocio ha pubblicato una ricerca su alcuni prodotti importanti del paniere: latte in polvere 97%, latte liquido 87%, pollo 83%, caffè 78%, farina 65% uova 59% e carne 57%. La FAO informa che alla fine del 2017 c’erano 3,7 milioni di persone sottoalimentate.
- Il Foro Penal di Venezuela ha rivelato questo 9 dicembre la cifra di prigionieri politici: 288. L’elenco è stato inviato al Segretario Generale dell’Organizzazione di Stati Americani, Luis Almagro. Di questi 288, 80 sono militari, 208 sono civili, 31 sono donne e 2 sono minorenni adolescenti. L’ultimo report sulla repressione in Venezuela datato ottobre 2018 dice che 492 cittadini sono stati arrestati arbitrariamente, di questi, 183 sono ancora dietro le sbarre e dal primo aprile del 2017, 102 persone sono morte in contesti repressivi di proteste e manifestazioni.
Per citare soltanto alcuni dei problemi.
“Femme du Chaos Vénézuéliene” merita di essere visto. La sua regista sarà a Milano insieme a noi per incontrare il pubblico milanese.
Vi aspettiamo numerosi.
La situazione del Venezuela è da troppo tempo in atto e la soluzione, ancora non non si vede. Le atrocità, i massacri, la mancanza di medicinali, le cure della popolazione e la mancanza di cibo unitamente alla impossibilità di denaro, toccano profondamente l’anima di coloro che seguono queste vicende, ma non basta. Ognuno nel suo piccolo, per favore, sensibilizzi quante più persone possibile.