Andiamo al Pride perchè…

di Filippo Cinquemani
“Perchè credo che gli artefici del cambiamento dobbiamo essere noi in primis. Nel mio piccolo, voglio essere la protagonista della mia vita e combattere per ciò in cui credo. Infine, perchè siamo tutti essere umani e come tali, abbiamo diritto di vivere e di vedere riconosciuti e tutelati i diritti di tutt*”. Martina
“Partecipo al Pride per chi non ha l’opportunità o il privilegio di poter vivere liberə e fierə. Partecipo al Pride per dire loro “non siete solə”. Zen
“…Perchè è importante rivenicare i diritti parificati per tutti e mantenere saldi quelli che abbiamo ottenuto; non siamo solo corpi ma soggetti giuridici. Partecipo perchè rivendico la mia identità e il mio orientamento e perchè non siano motivo di propaganda, ma nemmeno un ostacolo per la mia esistenza.”. Ervin
“Come mamma Agedo voglio stare accanto ai ragazzi e vedere la gioia nei loro volti” Dolores
“Sostengo tutte le comunità discriminate, dimenticate e spesso ostacolate dalla classe politica. Amo vedere gli occhi felici dei partecipanti al Pride che sfilano orgogliosamente contro il perbenismo e l’ipocrisia borghese. Ho riscontrato, infine, calore umano soprattutto nella città piccole”. Anna
“C’è una battaglia importante da fare nella società e nella politica ed è giusto che chi vuole parteciparvi abbia il coraggio di scendere in piazza. Voglio anche portare la mia unicità e far capire che si può migliorare la società in vari contesti, come partiti, chiese sindacati e associazioni…” Emanuele
“Io partecipo per i diritti LGBTqai+ sempre più dimenticati dai nostri politici e per ricordare il mio amico Alessandro Rizzo che non c’è più”. Mattia
“Chiunque critichi il Pride, a qualsiasi titolo e per qualsiasi motivo, non sa cosa significa essere discriminati.” Stefano
“Per senso di appartenenza, di espressione politica, di manifesto del proprio Io”. Francesca
“Per la Rivolta, per tutte le soggettività queer che perdono la vita ogni giorno, per chi ha lottato e per chi continua a lottare”. Leo
“Il Pride non è soltanto una festa scollacciata, un po’ porca e irriverente. Il Pride è un atto politico forte travestito di lustrini per dire no a chi vuole l’omologazione dei desideri, delle persone, delle idee. Ecco perché sarò al Pride, per condividere con i partecipanti una visione altra della società, per dire no a chi calpesta i diritti e crede, per convenienza o per convinzione, che il desiderio sia soltanto uno. Sarò in corteo con la mia carrozzina e le mie protesi per dire no a chi vuole farci precipitare in una spirale d’odio e paura distruggendo con le bombe e con le parole la vita e la possibilità dell’amore Ci sarò perché io esisto e non sono uno sbaglio”. Gianfranco
“Creare un movimento di piazza fatto da migliaia di persone con disabilità che hanno forte potere contrattuale sul Governo e lo Stato.” Andrey
“Partecipo ai Pride perché è giusto far vedere al mondo che le persone sono un universo complesso di amore ed espressioni.” Vitto
“Se mi chiedi perchè partecipare al gay pride, la prima risposta che mi sale spontanea alle labbra, prima di poter pensare ad articolarne una complessa e impegnata, che suggerisca la misura della mia profondità, è: perchè è bello!
Mi sono trovata a Bergen, in Norvegia, sabato 21 giugno, proprio il giorno in cui il corteo del pride avrebbe sfilato per le vie della città e ho detto a mio marito e a mio figlio: non possiamo perdercelo.
E’ stata un’esplosione di colore in una giornata inaspettatamente soleggiata. C’erano canzoni come
“YMCA” dei Village People o “Girls just wanna have fun” di Cindy Lauper che ti mettono addosso la voglia di saltare e ballare anche se a ballare sei negata come lo sono io.
Intorno al corteo e alle finestre c’era un sacco di gente; dalle signore anziane ai bambini, tutti avevano da qualche parte la bandiera con i colori dell’arcobaleno simbolo del pride, qualcuno la portava addirittura dipinta in volto.
Tra le persone che sfilavano mi ha colpito in particolare una coppia di ragazze, bionde e luminose come lo sono le norvegesi, si tenevano per mano, ma una delle due aveva un seno scoperto, o meglio aveva scoperto una parte del petto dove un tempo c’era un seno e ora troneggiava una cicatrice rosso bluastra che raccontava una inequivocabile storia di dolore. Non era volgare esibizionismo il suo, tutt’altro, il suo sorriso era il sorriso fiero e grato di chi ha attraversato una tempesta ed è sopravvisuta.
Era bella di quella bellezza che non c’entra nulla con la perfezione. Che fosse omosessuale era un particolare irrilevante. Non perchè le nostre inclinazioni non contino, anzi dicono molto di noi, ma la nostra dignità, il nostro valore come persone ne prescinde totalmente.
Un giorno che al momento vedo ancora lontano forse questo sarà chiaro a tutti e il pride sarà solo una festa e non piu’ (anche) una battaglia per i diritti civili. Quel giorno ci sarà solamente la sessualità in tutte le sue forme, senza bisogno di alcun suffisso. Fino ad allora il gay pride resta, oltre che bello, importante. E lo e’ davvero per tutti, a prescindere dall’orientamento affettivo- sessuale, perchè come ha insegnato Terenzio “nulla di cio’ che e’ umano e’ estraneo alla nostra natura”.
E’ questa eredita’ di gioia e colore, ma anche di impegno civile, che voglio resti di me a mio figlio. Ecco perche’ al pride del 21 giugno noi c’eravamo!”. Heidi
“Per rivendicare una parte di me e siccome mi occupo di sostegno ai migranti, per manifestare per tutti quei popoli che non possono farlo liberamente”. Jonathan
“Premetto di non essere attivista, e confesso di essermi “scontrato” con un Pride a Milano del tutto per caso. Questa fu la mia iniziazione. Rimanendone -da subito, questo sì-folgorato e stupito positivamente. Il clima che si respira tra quella calca eterogenea e spesso disordinata è quello di una festa, a cui è consentito “imbucarsi” senza temere biasimi. Tra i partecipanti trovi tutta, davvero tutta l’umanità LIBERA, con tutte le culture e gli strati sociali. Chi si traveste con abiti più o meno improbabili, chi sfila con una determinazione che mi spaventa (temi di politica internazionale molto delicati), chi è desideroso di una famiglia “altra” e vorrebbe soltanto gridare al mondo che in questo non ci sia niente di male. E in mezzo a tutto gente che semplicemente esprime la propria solidarietà, e vuole ballare per la strada come in tutto il resto dell’ anno non sarebbe concesso. AL DI LÀ DELLE SCELTE E DEGLI ORIENTAMENTI DI CIASCUNO.
Io respiro questa aria di libertà, e considero questa come la vera magía: lo vedo persino negli sguardi di quelli che si affacciano pigramente alle finestre, disturbati dal frastuono del passaggio del corteo. Termino con una citazione di Torrisi: “OGNI TANTO, LO SO, SOGNI ANCHE TU, E SOGNI DI NOI”. Enrico