“Libri Liberi”. Una piccola morte
di Alessandra Montesanto
“Da quando Dio mi ha dato la vita, a Murcia, e fin quando me l’ha tolta, a Damasco, sono stato continuamente in viaggio”, così afferma il protagonista di questo lungo racconto all’inizio del quarto capitolo del romanzo intitolato “Una piccola morte”, di Mohamed Hasan Alwan (edito da E/O).
Si tratta della vicenda di Muhammad Ibn Arabi, vissuto tra il XII e XIII secolo e considerato uno dei più importanti mistici di sempre, ispiratore persino di Dante e di San Giovanni della Croce.
Se la metafora del viaggio, in Letteratura, è metafora di Vita, Ibn Arabi, attraverso i suoi spostamenti tra la Spagna (che all’epoca faceva parte dell’impero degli Almohadi) e alcune città del Nord Africa e del Medioriente conduce la propria esistenza da uomo finito e mortale (si sposa più volte, diventa padre, prende parte alle complesse vicende politiche del suo tempo, è docente stimato delle madrase più affermate del mondo arabo, soffre per la perdita degli amici cari), ma allo stesso tempo compie un percorso spirituale che lo porterà a divenire uno dei più importanti padri del sufismo, la dimensione, appunto, mistica della religione islamica.
Ogni capitolo è introdotto da citazioni del maestro stesso – alcune più interessanti, altre meno – che delineano il suo pensiero filosofico e poetico e la scrittura dettagliata e curata dell’autore permette di prender parte all’avventura del personaggio principale e dei comprimari, alcuni dei quali sono stati, per lui e per i lettori, guide interiori, come ad esempio le bella figura del compagno di ricerca e servo fedele, Badr. Ricerca di cosa? Dei quattro watad, ovvero dei quattro santi che proteggono i quattro angoli del mondo, ma in realtà la vera ricerca è quella del senso della vita.
Tradotto in più di dieci lingue, la storia di Ibn Arabi romanzata da parte del giovane autore saudita, classe 1979, ha riscosso enorme successo – tanto da vincere l’International Prize for Arabic Fiction, il più prestigioso riconoscimento dedicato alla letteratura in ligua araba – per la scrittura esoticamente affascinante, per la descrizione vivida delle situazioni storiche e, infine, per la delicatezza con cui Alwan, tramite un racconto in prima persona, accompagna il lettore nella individuale, privata indagine del significato dell’esistenza.
Raggiungere il misticismo, raggiungere un’Altezza è facile: è sufficiente, per elevarsi, per viaggiare in verticale, farlo in linea orizzontale, ovvero amando chi è intorno a noi, coloro che intrecciano il nostro percorso, nel bene nel male. E ciò dimostra come, al di là delle distinzioni tra le fedi monoteiste, l’essenza sia la medesima: “La nostra religione è la religione dell’amore, e tutti gli uomini sono legati in una catena di cuori, e se un anello si stacca, un altro, in un altro luogo, ne prenderà il posto”. Una piccola morte, ci dice che è l’amore che ci individua, l’amore per gli altri che così “altri” non sono.





